Sempre più italiani si avvicinano a questa tradizione islamica, il Ramadan, scopriamo cosa si può mangiare e le origini di questa pratica di digiuno.
Il Ramadan è una tradizione sempre più diffusa in Italia, in parte grazie alla popolazione ormai multietnica, in parte perché sempre più italiani ogni anno decidono di avvicinarsi a questo uso islamico millenario. Cosa si mangia durante il Ramadan? Quando è possibile farlo? Perché bisogna digiunare? Questi sono alcuni dei quesiti che molti si pongono prima di approcciarsi a questa tradizione. Per molti è semplicemente il mese durante il quale i musulmani digiunano, ma è molto più di questo.
Che cosa è il Ramadan e quando si celebra
Il Ramadan ha radici antichissime che affondano nella cultura islamica. Corrisponde al nono mese del calendario, in base all’osservazione della luna crescente, e prende origine dalla prima rivelazione del Corano a Maometto. Da qui l’usanza di dedicare l’intero mese al digiuno e alla purificazione, ovvero Sawn. Ogni anno capita in un periodo diverso, e può durare 29 o 30 giorni. Il digiuno è fino al tramonto, e si può mangiare fino all’alba, quando ricomincia la privazione. Non si tratta solo di un gesto fisico, ma spirituale. Il digiuno è uno dei Cinque Pilastri dell’Islam. Consuetudine vuole che il Sawn termini con una grande festa, che simboleggia la fine del digiuno, l’Eid al-fitr.
Cosa si mangia durante il Ramadan
Durante il mese del Ramadan sono concessi due pasti al giorno, uno poco prima dell’alba e uno dopo il tramonto. Il suhur viene consumato durante le prime ore del giorno, e non ha regole precise. I più osservanti si concedono solo un sorso d’acqua. In alcuni paesi viene consumata una colazione regolare, sempre a seconda di quanto si sia mangiato nelle ore dopo il tramonto. Al calar del sole è il momento del secondo pasto consentito, detto iftar o fitùr. Secondo gli scritti Maometto interruppe il digiuno con un dattero, ancora oggi il primo alimento da consumare in questa occasione. I datteri, in numero dispari, costituiscono la prima portata, insieme a acqua da bere a piccoli sorsi. Segue la preghiera del Maghrib, una delle cinque obbligatorie per la religione islamica, e recitabile solo dopo il tramonto. La seconda portata secondo la tradizione è composta da:
- zuppa a base di lenticchie;
- pollo;
- patate;
- avena.
La terza e ultima portata è libera, solitamente ne fanno parte anche bibite, succhi, frutta e dolci. Questo non vuol dire mangiare in maniera esagerata, perché ogni portata va consumata con decoro e rispetto, una sorta di premio per il sacrificio compiuto durante il giorno.
Restrizioni e varianti durante il Ramadan
Il Ramadan è un mese di purificazione, per questo al digiuno gastronomico vanno affiancate azioni di bene verso il prossimo, donazioni di beneficenza, e massimo rispetto verso le regole. Il regime alimentare può variare a seconda delle zone del mondo in cui viene praticato. Il maggior numero di restrizioni compete all’Iran, dove gli unici alimenti che si possono consumare sono i datteri, verdura fresca, il cai (un tè simile al nostro), il pane nun (non lievitato simile al naan indiano), il panir (un formaggio fresco comune in Asia) e dolci tradizionali. In India invece non possono mancare cibi fritti e samosa come terza portata, mentre in Bangladesh si verte per piatti della tradizione locale.